CIRCOLO SCHERMA FIRENZE “RAGGETTI” (1908)

Domenica 20 dicembre 1908 il “Circolo Dilettanti di Scherma” nasce ufficialmente a Firenze in una piccola sa­la di Palazzo Salutati in Borgo Santi Apostoli, a due passi dai lungarni. Negli stessi giorni il principale quotidiano della città, La Nazione, propone come romanzo d’appen­dice Cappa e spada del francese Michel Zevaco. Una felice coincidenza che salta ancora agli occhi oltre un secolo do­po. E proprio Cappa e spada era stato il titolo d’una rivista mensile di scherma (e di ginnastica, canottaggio, veloci­pedismo e tiro a segno) pubblicata nel corso del 1888 nel capoluogo toscano, sotto la direzione di Luigi Sestini, fu­turo maestro di scherma a Berlino pochi anni dopo.

Fin dall’Ottocento – in realtà fin dal Rinascimento, per quanto riguarda il mestiere delle armi in senso lato – Fi­renze è stato uno dei centri più importanti nel panora­ma italiano in ambito schermistico. Qui infatti l’ex sol­dato napoleonico Alberto Marchionni pubblica nel 1847 uno dei testi più importanti in materia per il XIX seco­lo: il Trattato di scherma sopra un nuovo sistema di giuoco misto di scuola italiana e francese. Nella sala che Mar­chionni condivide col collega mantovano Cesare Enri­chetti di via dei Leoni, alle spalle di Palazzo Vecchio, passano fior di allievi come Girolamo Bonaparte, il principe Tommaso Corsini, i rampolli delle famiglie Strozzi e de Larderel, il generale Eugenio Michelozzi- Giacomini, capo della Guardia Nazionale.

Nella Firenze capitale d’Italia, nel periodo 1865-1870, c’è poi grande fermento schermistico grazie a maestri come gli ex garibaldini Raffaele Sampieri e Aristodemo Bellin­cioni, il napoletano Vecchione e tanti altri. Si tira anche nella Palestra Centrale di Ginnastica e Scherma di via Pa­lazzuolo, aperta da uno dei primi sportsmen italiani, Seba­stiano Fenzi. Proprio nella sala di Fenzi si esibisce per la prima volta, ancora giovinetto, davanti al padre Achille e allo zio Annibale, uno dei massimi teorici dell’Ottocento: il napoletano Masaniello Parise, che sarà capo della scuo­la magistrale di Roma. E sempre a Firenze esordisce, nel 1887, quello che sarebbe diventato uno dei capiscuola più insigni, Agesilao Greco: si aggiudica due medaglie d’oro per spada e sciabola e due premi speciali, in occasione del Torneo Internazionale agli Uffizi, in coincidenza coi festeggiamenti per la nuova facciata del Duomo.

Sul finire del secolo, proliferano le sale: la scuola di Ma­siello e Ciullini in via della Forca, la “Palestra Ginnastica Fiorentina” che poi sarebbe diventata famosa col nome di “Libertas”, il “Circolo Fiorentino di Scherma” del mar­chese Ginori, fino a singoli maestri come Paolo Prucher. Sempre Firenze è anche la sede, dal 1888, della Corte d’Onore Permanente, istituita dal cavalier Jacopo Gelli e chiamata a sovrintendere sulle vicende duellesche.

ALLE ORIGINI

Il primo stemma del “Circolo Dilettanti di Scherma”:
un cavaliere in abito da scherma in sella a un destriero
con pennacchio e gualdrappa. L’immagine è ispirata
allo scudo della città di Ancona, città originaria di
Roberto Raggetti, ed è rimasta in uso fino a oltre metà
del Novecento. I colori sociali (bianco e rosso) sono
comuni sia alla città di Firenze che a quella di Ancona.

 

112 anni di Storia e di Medaglie

Il diploma del 4° posto ottenuto nella categoria
Giovanetti da Ugo Pignotti, futuro campione olimpico.
Nella stessa categoria al 2° posto si classificò Rodolfo
Terlizzi, anche lui un giorno sarà campione olimpico.

Un marchigiano a Firenze

Roberto Raggetti, nato ad Ancona il 3 febbraio 1872 da Federico e Carmela Rossi, ha appena 18 anni quando ar­riva a Firenze nel 1890: vi rimarrà fino alla morte, 60 anni dopo, e poi sarà sepolto, insieme alla moglie Adele Ardiccioni, presso il Cimitero Monumentale della Mise­ricordia di Antella, a pochi chilometri dal capoluogo.

Dalla sala di scherma, che presto fonderà e che un giorno prenderà il suo nome portandolo fino ad oggi, passe­ranno i migliori schermidori d’Europa, mentre i suoi al­lievi conquisteranno ben nove medaglie olimpiche tra le due guerre mondiali, più parecchi allori continentali.

Giunto nella ex capitale d’Italia, discreto tiratore dilet­tante di fioretto e sciabola, impiegato presso le Ferro­vie, Raggetti segue le lezioni del maestro Beppe Sanesi, uno dei più importanti istruttori del tempo in Toscana, per poi passare sotto la guida di Foresto Paoli, altra mi­tica figura della scherma a cavallo tra i due secoli, inse­gnante poi per un lungo periodo a Rotterdam.

Nella sua fase di apprendimento della disciplina Raggetti si trasferisce anche per qualche mese a Londra, dove fre­quenta la celebre Sala Bertrand: di qualche sua esibizione in pedana si trova traccia sui giornali inglesi del tempo. Sul finire del 1908, rientrato ormai in Italia stabilmente, apre finalmente una propria sala in Borgo Santi Apostoli, nel cuore di Firenze: il “Circolo Dilettanti di Scherma”. Raggetti ne sarà direttore tecnico per tutta la vita, mentre il primo a presiedere il sodalizio è Cino Ceni, medico e campione italiano di spada e sciabola nel 1905 a Vercelli, pluridecorato nel canottaggio come atleta della S.C. Li­bertas (progenitrice della Canottieri Firenze) e volontario nella guerra greco-turca nel battaglione garibaldino.

Roberto Raggetti

Ritratto del maestro Roberto Raggetti, il fondatore del “Circolo
Dilettanti di Scherma”. [Archivio famiglia Raggetti]
Il campione olimpico Ugo Pignotti. [Archivio Pignotti]

Giovani schermidori fiorentini

Giovani schermidori fiorentini di inizio Novecento. [Archivio Pignotti]

La sala in Borgo santi apostoli e le prime gare

In Palazzo Salutati, nei locali adiacenti alla fabbrica del ghiaccio dei Fratelli Vivarelli e a fianco all’attuale Museo Salvatore Ferragamo (l’imprenditore di origine campana acquisterà l’attuale sede della maison alla fine degli anni ‘30), due stanze al pianoterra costituiscono la sala di scherma: una grande con due pedane e l’altra più piccola, oltre a uno spazio riservato all’armiere, ovvero all’addetto alla riparazione e conservazione del materiale.

Come simbolo del sodalizio, Raggetti sceglie uno scher­midore di bianco vestito a cavallo di un destriero deco­rato coi gigli di Firenze, nei colori del bianco e del rosso: un evidente riadattamento dello stemma civico della sua Ancona, nel quale il cavaliere antico rappresenterebbe l’imperatore Traiano. Accanto a Raggetti, che rimarrà di­rettore tecnico fino alla morte, negli anni ‘30 succedono a Cino Ceni nel ruolo di presidente prima il marchese Lui­gi Ridolfi, incontrastato artefice della scena sportiva fio­rentina tra le due guerre, e poi il conte Paolo Venerosi Pesciolini, sciabolatore, allievo di Raggetti.

Tra i primi frequentatori della sala di Raggetti, spicca Pietro Baldi, vincitore del primo campionato dilettanti nel 1899 a Varese, ben prima ancora che nasca nel 1909 l’attuale Federazione Italiana Scherma. Nel dicembre 1905, a Vercelli, invece, era stato proprio il primo presi­dente gigliato Cino Ceni a vincere il secondo Campio­nato Nazionale Dilettanti di Scherma, davanti a futuri medagliati olimpionici come Alessandro Pirzio Biroli e Abelardo Olivier.

Tra le prime manifestazioni organizzate dal Circolo c’è quella giovanile, per le categorie Juniores e Giovinetti, in calendario per il maggio 1911 e che vede tra i pre­miati i futuri campioni olimpici Giulio Rusconi, Ugo Pignotti e Rodolfo Terlizzi, oltre a Enrico Ceni, detto Ghigo, talento fulgido della scherma e del nuoto, figlio del presidente ma destinato a una precoce scomparsa.

La sala del Circolo nell’antico Palazzo Salutati

La sala del Circolo nell’antico Palazzo Salutati in Borgo Santi Apostoli.

Collare d’Oro del Coni

 La giornata della consegna del Collare d’Oro del Coni a Roma nel dicembre 2018: da destra il presidente Ferdinando Cigna, l’alfiere del Circolo, l’attuale presidente della Federazione Scherma Paolo Azzi, e il consigliere Gabriele Fredianelli.

Firenze e Livorno, scuole amiche

Nella sala di Raggetti si tira quasi esclusivamente di fio­retto e di sciabola, con preclusione per la spada che sarà costante per larga parte del Novecento e comune anche con la scuola livornese del “Circolo Fides” di Beppe Nadi con la quale i legami sono sempre molto stretti. Raggetti e Nadi, infatti, si conoscono come tiratori fin dalla più giovane età e danno vita a due scuole affini, non soltanto sportivamente ma anche nello spirito: non a caso insieme i due saranno ricordati in tutte le storie della scherma tra i più importanti capiscuola della loro generazione.

Nedo Nadi, figlio di Beppe e considerato il più forte schermidore italiano di tutti i tempi per aver vinto sei medaglie d’oro ai giochi olimpici, proprio nella sala di Borgo Santi Apostoli si allena durante il periodo della leva, nel 1914, trascorso a Firenze presso la Caserma della Zecca, prima di partire come ufficiale di cavalleria per la Grande Guerra. Il primo a scrivere pubblicamen­te del talento del giovane Nadi, tra l’altro, è proprio Cino Ceni che, nell’aprile del 1909, pubblica sulla Gazzetta dello Sport un suo report relativo a un incontro avvenuto al Circolo dei Dilettanti in cui il sedicenne livornese aveva messo in rilievo tutte le sue potenzialità. Almeno fino alla Seconda guerra mondiale, i rapporti tra gruppo fiorentino e livornese rimangono molto stretti e fecondi, sfociando in amicizie che – si deduce anche dagli scam­bi epistolari tra i tiratori – durarono tutta la vita.

I tre campioni di Raggetti

Su un livello medio molto alto, dalla schiera di allievi di Raggetti emergono presto tre giovani schermidori desti­nati a lasciare le loro tracce nella storia della scherma ita­liana: Giulio Rusconi, Rodolfo Terlizzi, nipote di Ragget­ti, e Ugo Pignotti. Giulio Rusconi (1885-1968) fa parte del­la squadra di sciabola che vince l’oro ai Giochi di Anver­sa nel 1920, fermandosi invece alla semifinale individua­le. Nella stessa formazione vincente è presente anche Ro­dolfo Terlizzi (1896-1971), che aggiunge l’oro nel fioretto a squadre. Ugo Pignotti (1898-1989) partecipa invece alla sua prima Olimpiade nel 1928, ad Amsterdam, conqui­stando l’oro nel fioretto a squadre. Molto ricca è la spedi­zione del 1932 a Los Angeles, quando Pignotti e Terlizzi conquistano due argenti a testa: entrambi nel fioretto a squadre, cui Pignotti aggiunge quello nella sciabola a squadre e Terlizzi quello nella spada a squadre.

Agli allori olimpici si sommano poi, nel corso degli an­ni, altissimi risultati a livello nazionale e continentale. Pignotti è campione italiano assoluto sia di fioretto che di sciabola, rispettivamente nel 1927 e nel 1931 – unico nella storia insieme a Oreste Puliti a fare una simile doppietta in armi diverse – cui aggiunge due titoli ai campionati internazionali militari del 1930 ad Ostenda (fioretto individuale e a squadre), e tre ori e un bronzo ai campionati internazionali (che a quel tempo hanno il valore di mondiali, introdotti solo nel 1937) di Buda­pest-Ostenda ‘26, Napoli ‘29, Liegi ‘30 e Vienna ‘31.

Il campione olimpico Rodolfo Terlizzi

Il campione olimpico Rodolfo Terlizzi (Anversa 1920). [Archivio Pignotti]
Silvio Turchi, vicecampione d’Europa nella sciabola. [Archivio Fredianelli]

Umberto Terlizzi, fratello di Rodolfo,

Umberto Terlizzi, fratello di Rodolfo, morto nel 1930. [Archivio Pignotti]

I finalisti della Coppa Raggetti 1952

I finalisti della Coppa Raggetti 1952: i campioni Renzo Nostini e
Edoardo Mangiarotti. [Archivio Zavagli].

Terlizzi invece insieme a Pignotti conquista l’oro nel fio­retto a squadre a Liegi ed è uno dei pochi allievi di Rag­getti a cimentarsi con pari successo in tutte e tre le armi. Meno fortunato di lui è il talentuoso fratello Umberto, scomparso trentenne nel 1930 per un male improvviso, proprio all’indomani di una competizione schermistica.

Tutti e tre i tiratori rimarranno poi nel mondo schermi­stico anche dopo la fine della carriera agonistica, con in­carichi vari, dall’insegnamento all’arbitraggio, passando per la scrittura di manuali e trattati. Ugo Pignotti dei tre è quello che lascerà la traccia più profonda, nel solco degli spostamenti che lo portano prima ad Alessandria d’Egitto, quindi a Napoli e infine nella Capitale, dove contribuisce alla nascita del Club Scherma Roma.

il quarto moschettiere: Giorgio Bocchino

Il talento più fulgido uscito dalla fucina di Raggetti, o del “Sor Roberto” come comunemente è conosciuto il maestro, altrimenti detto anche “il Mago”, è però Giorgio Bocchino. Nato a Firenze nel 1913, due volte campione italiano nella categoria Giovani (1930 e 1932), Bocchino domina la scena internazionale, insieme agli altri italiani della sua generazione come Giulio Gaudini, Gustavo Marzi e Gioacchino Guaragna, vedendo però la sua car­riera, a 26 anni, interrotta sul più bello dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Il fiorentino ha il suo momento di maggior gloria ai Giochi Olimpici di Berlino 1936, con la vittoria dell’oro a squadre e del bronzo indi­viduale nel fioretto. Ai campionati del mondo conquista tra prove individuali e a squadre addirittura cinque ori e un argento in cinque edizioni, da Budapest 1933 a Pie­stany 1938, oltre a vincere tre titoli di campione italiano nel 1935, ’38 e ’40. Dopo la guerra, passerà qualche anno tra Argentina e Uruguay come maestro.

Tra i protagonisti biancorossi degli anni ’30 è doveroso ci­tare anche Silvio Turchi, romagnolo di nascita, ma studen­te universitario a Firenze (atleta del Guf fiorentino che poi confluisce nel Circolo di Raggetti): sciabolatore, è argento ai Giochi Universitari di Torino 1933 e nello stesso anno argento a squadre ai Campionati Europei di Budapest.

Nedo Nadi ricorda:

La guerra e la fine di un ciclo

La guerra, come succede per tanti altri sodalizi sporti­vi, è una terribile cesura per l’attività del “Circolo Di­lettanti di Scherma”. La generazione più anziana di at­leti ha ormai esaurito la propria carriera, la seconda – quella di Bocchino – ha visto reciso sul più bello il pro­prio futuro, la terza non ha avuto modo di svilupparsi.

A questo si aggiunge, l’8 settembre 1950, la morte del maestro Raggetti. Poche settimane dopo la sua morte, ad assumere la presidenza del club è l’avvocato Bruno Zavagli. Buon schermidore, scrittore e pilota di auto­mobilismo, Zavagli fa subito intitolare al fondatore il sodalizio che prende così il nome di Circolo Scherma Roberto Raggetti dal gennaio del 1951.

Intanto già nel 1947 la sala di scherma si è trasferita in un edificio esterno alla Stazione di Santa Maria Novella, accanto alla ex Saletta Reale, dove vengono sistemate cinque pedane. Nel marzo 1952 viene celebrato il ricordo del maestro scomparso con un trofeo internazionale, la Coppa Raggetti di fioretto: di grandissimo valore la fina­le che vede Renzo Nostini, futuro presidente della FIS, prevalere di misura su Edoardo Mangiarotti: 17 meda­glie olimpiche a sfidarsi in pedana. Nello stesso anno la società vince il Trofeo Nedo Nadi di Serie B a squadre, qualificandosi per la massima serie per la stagione suc­cessiva. Nel corpo magistrale si registreranno le presen­ze di Aldo Faccioli e del livornese Dino Turio, già allena­tore della campionessa olimpica del ‘48 Irene Camber.

Nel novembre del 1965 il Circolo si trasferisce intanto in piazza Beccaria, presso la struttura dell’ex GIL dove oggi sorge l’Archivio di Stato, anche se già nel novem­bre del ‘66 l’alluvione dell’Arno devasterà i locali e sarà di nuovo lenta e difficoltosa la ripartenza.

Le Olimpiadi di Monaco nel 1972 portano però due nuo­vi ori alla società fiorentina, a oltre trent’anni di distanza dall’ultimo, anche se ottenuti da atleti non toscani di na­scita. A vincere l’oro nel fioretto femminile è la veneta Antonella Ragno (vincitrice anche della Coppa del Mon­do nello stesso anno), figlia dell’olimpionico Saverio già compagno di nazionale di Ugo Pignotti il quale allena personalmente la campionessa per quella competizione. Oro nella sciabola a squadre è invece il torinese Cesare Salvadori, che a Firenze in quel periodo lavora come in­gegnere e si allena. Nel 1975, grazie al paziente e abile intervento del presidente Zavagli, capace di far collabo­rare Comune e Coni, viene costruita e inaugurata, nel quartiere di Novoli la nuova palestra specialistica del Barco. Si tratta di uno dei pochi impianti in Italia desti­nati solo alla scherma: disegnato dall’architetto Bruno Maioli per ospitare ben dieci pedane, nel 2017 sarà inti­tolata, come Palazzo della Scherma, al nome di Bruno Zavagli alla presenza del presidente federale Giorgio Scarso e della campionessa olimpica Valentina Vezzali.

Nel 1976 la società ottiene anche il prestigioso ricono­scimento della Stella d’Oro al merito sportivo del Coni, cui nel 2018, in occasione del 110° anniversario della fondazione, aggiungerà anche il Collare d’oro.

Alla metà degli anni ‘70 ad allenare il Circolo è anche un campione olimpico: il maestro polacco Egon Franke, già oro nel fioretto a Tokyo 1964. Tra gli altri maestri di rilievo in quegli anni si segnala Lucio Nugnes, mentre in pedana passano anche tiratori di alto livello come Susanna Batazzi, campionessa italiana nel 1979, e lo svizzero Jean Blaise Evéquoz, bronzo olimpico a squadre a Montréal 1976.

Antonella Ragno, medaglia d’oro

Bruno Zavagli, presidente per più di 30 anni. [Archivio Zavagli]
Antonella Ragno, medaglia d’oro a Monaco 1972

Il maestro Giorgio Scarso

Primi anni ‘80: il maestro Giorgio Scarso in sala con i suoi discepoli.

Lorenzo Taddei e Gabriele Magni

Lorenzo Taddei, due volte campione del mondo cadetti.
Gabriele Magni, bronzo nel fioretto a squadre a Sidney 2000

Palazzo della Scherma Bruno Zavagli

Allenamenti all’interno del “Palazzo della Scherma Bruno Zavagli”.

Dagli anni ‘80 al Terzo Millennio

Dopo alcune fusioni – come quella con il “Circolo Scherma Firenze” nel 1982, che porterà all’attuale deno­minazione: “Circolo Scherma Firenze Roberto Ragget­ti”, sotto la presidenza di Claudio Pontello – il Circolo ottiene importanti risultati negli anni ’80 e ’90.

Nell’albo d’oro di quei due decenni si registrano, tra gli altri, due titoli mondiali Cadetti di Lorenzo Taddei (1991 e 1992), due titoli italiani assoluti, conquistati nel fioretto dallo stesso Taddei nel 1996 e da Gabriele Magni nel 1997, l’argento ai Mondiali Cadetti di Cristina Baldi (1987), tre titoli italiani Cadetti (due di Lorenzo Taddei e uno di Um­berto Signorini), un campionato italiano Giovani (Taddei, 1994), una Coppa del Mondo Giovani (Taddei, 1994), oltre a bel 13 titoli italiani nel Gran Premio Giovanissimi con­quistati dall’85 al ‘93 da Lorenzo Taddei, Alessandro Len­zi, Umberto e Lorenzo Signorini.

A questi si aggiungono negli anni svariati altri titoli tra seconda, terza e quarta ca­tegoria e master per Cristina Baldi, Leonardo Mazzetti, Luca Magni, Alice Cigna, Antonio Vannucci, Giovanni Abati, altro maestro storico del Circolo, e Manola Fiorini.

La nuova stagione d’oro culmina con la medaglia di bronzo olimpica conquistata a Sidney 2000 da Gabriele Magni nel fioretto a squadre.Anche il vivaio biancorosso, nei primi anni Duemila tor­na ai primi posti nazionali nelle categorie under 14, con i titoli conquistati dalla squadra di fioretto maschile per quattro edizioni consecutive (dal 2016 al 2019) e, nell’in­dividuale, dai titoli italiani del Gran Premio Giovanissi­mi conquistati da Tommaso Formichini Bigi nel 2015, da Lorenzo Formichini Bigi nel 2018 e da Filippo Petracchi nel 2019.

Il maestro Alessandro Puccini

Il maestro Alessandro Puccini

Alessandro Puccini, campione Olimpico di Fioret­to nel 1996 ad Atlanta, attuale responsabile di Sala e uno dei maestri della Nazionale Italiana.

Alessandro Puccini 1

Nell’estate del 2020 il Circolo affida la guida tec­nica ad Alessandro Puccini, campione olimpico di fioret­to nel 1996 ad Atlanta. Alessandro è il maestro di 3 componenti della Nazionale Italiana di Scherma: Anna Cristino, Martina Batini e Alessio Di Tommaso, che si allenano presso la nostra palestra.

Alessio di Tommaso

Alessio di Tommaso

Nel frattempo il Circolo, sotto la presidenza di Ferdi­nando Cigna, si è dimostrato molto attivo anche nel­l’organizzazione di gare ed eventi culturali e sportivi, come il Galà delle Tre Capitali del 2011, la Festa della Scherma 2017 e la celebrazione per i 110 anni del soda­lizio nel 2019, tutti ospitati nel meraviglioso scenario di Palazzo Vecchio. Un altro bellissimo segno del legame indissolubile tra il Circolo Raggetti e la città di Firenze.

Gabriele Fredianelli

Anna Cristino

Immagine 2024-11-30 175110

Anna Cristino, bronzo in Coppa del mondo Fioretto Femminile 2024, Corea del Sud

Martina Batini

Martina Batini

Martina Batini è una schermitrice italiana, specializzata nel fioretto, a livello individuale campionessa europea nel 2023 , due volte campionessa italiana (2014 e 2017) e medaglia di bronzo alle Olimipadi di Tokio 2021, mentre con la squadra nazionale tre volte campionessa (2014, 2015, 2017) sia del mondo che europea.